L’infinito di Ai Weiwei abbinato al vino del Monastero delle Trappiste di Vitorchiano.


Ai Weiwei (2010)

Qualche anno fa un certo Jason Marshall si mise a contare i granelli di sabbia presenti sulla Terra. 

Non impiegò molto tempo; iniziò da un centimetro cubo di sabbia: contò 8.000 granelli. Poi fece una stima di quanti metri cubi di sabbia ci sono sulle spiagge della Terra, circa 700 trilioni, quindi, arrivò al numero finale. Una cifra talmente grande che preferisco scriverlo in parole:
cinque per dieci alla ventunesima.
Potrebbe essere un bel titolo per un libro.

Ai Weiwei ha ricoperto il pavimento di 1000 metri quadri della Tate Modern con sculture dipinte a mano della forma (e grandezza) di un seme di girasole.

Quante sculture c’erano sul pavimento?

Sunflower seeds (2010), Tate Modern – Londra

Ai è una artista poliedrico e impegnato, ma sfortunatamente è nato in un paese che non coltiva la libertà di pensiero, quanto la conformità di pensiero: la Cina. Ai come attivista per i diritti umani è divenuto scomodo tanto da essere imprigionato prima in carcere per 81 giorni e poi in casa per 3 anni privato del passaporto.

Oggi vive in Portogallo in autoesilio.

Tra le opere di Ai, Sunflower seeds è la più rappresentativa della cultura cinese. 

Ogni singolo seme è stato realizzato dalle mani di 1600 artigiani (prevalenza donne) che, oltre a dare la forma di seme alla porcellana, la dipingevano. In due anni ne hanno modellati e dipinti 100 milioni. Significa che più o meno ogni singola persona ne ha realizzati 62.500 (96 al giorno).

Chi poteva realizzare questa impresa se non il popolo i cui antenati hanno edificato la Grande Muraglia cinese (21.196 km) e l‘Esercito di terracotta (al momento rinvenuti 8000 guerrieri).

Ma l’opera corale di Ai Weiwei ha un significato poetico
e provocatorio.

Nella cultura cinese i girasoli simboleggiano il popolo cinese, ma se Mao Tse-Tung (e l’attuale Xi Jinping) si identificano nel Sole il messaggio è meno poetico perché si sa che i girasoli sono devoti al sole.

In aggiunta, Ai nel distendere questi semi di porcellana sul suolo della Tate Modern ha concesso che il pubblico potesse camminarci sopra… il significato, allora, assume altre sfumature. Forse provocatorie.

Una curiosità, alla Jason Marshall, se Ai avesse voluto realizzare tanti semi quanti gli abitanti della Cina (1 miliardo e 338 milioni nel 2010) quanto tempo ci avrebbero impiegato i 1600 artigiani?
Poco più di 20 anni, ma molto meno della Grande Muraglia.


Coenobium Ruscum – Monastero Vitorchiano

Il concetto di cooperazione per la creazione di un’opera comune è un concetto caro all’artista Weiwei tanto quanto alle suore del Monastero delle Trappiste di Vitorchiano.

Tra le mura di questo monastero di clausura laziale, le consorelle coltivano i frutti della terra come un inno a Dio. Il fiore all’occhiello della produzione è ricavato con metodi naturali e senza l’uso di alcun prodotto chimico.

Un vino orange puro e autentico, la cui artigianalità esprime una rusticità composta. La macerazione sulle bucce regala un lieve tannino e una complessità aromatica che spazia dalla frutta gialla alle erbe balsamiche, il tutto bilanciato da una scia sapida sul finale.

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