Quale luogo, non più esistente, vorresti ritornare a visitare? Abbinato a uno Chardonnay siciliano.


The Disappointed Tourist (2021)

Vi piacerebbe andare in un luogo che conoscete bene, ma che non esiste più?

Forse il metaverso nel prossimo futuro risponderà a questa esigenza, per il momento una risposta “artistica” è arrivata da Ellen Harvey, un’artista inglese che nel 2019 ha iniziato a chiedere agli amici:

quale luogo, non più esistente, vorresti ritornare a visitare?

Oggi le risposte/suggestioni arrivano ad Ellen da tutto il Mondo, sono più di 250 e compongono una mostra itinerante.

L’abbinamento è con un Chardonnay che come dice il suo produttore:
“ha riportato la Sicilia nuovamente sulla Mappa”.

Ellen vive nel quartiere di Brooklyn a New York, ma i primi anni li ha trascorsi dove è nata nel Kent, una contea a sud-est di Londra in dialogo con la natura quanto con il turismo.

Probabilmente da questo imprinting nasce la sua attenzione al territorio e alle persone con un approccio concettuale (più importanza al pensiero dell’opera che alla sua estetica).

The Disappointed tourist (il turista deluso) è un progetto che nasce più di 3 anni fa da un pensiero dell’Artista, tragicamente, molto attuale:

«Viviamo in un mondo che spesso sembra svanire davanti ai nostri occhi. I luoghi che amiamo scompaiono. I luoghi che speravamo di visitare cessano di esistere. Le forze della guerra, del tempo, dell’ideologia, dell’avidità e dei disastri naturali ricostruiscono costantemente luoghi che amiamo ma che non possiamo controllare o salvare.»

Ellen Harvey
Santuario di S.Lucia, The Disappointed Tourist

Ellen ritrae su tele grandi poco meno della Gioconda i luoghi che non esistono più, se non nei ricordi mentali o fotografici delle persone – amici all’inizio, chiunque oggi – che le inviano le suggestioni.
I dipinti sono tutti realizzati con lo stile di vecchie cartoline in bianco e nero.

Osservati uno dopo l’altro (sul sito) o tutti insieme alla mostra restituiscono un sentimento di nostalgia, spingendoci a riflettere sul presente con “forza positiva” come suppone Ellen.

I primi luoghi perduti arrivati dagli amici di Ellen erano bar o negozi. Poi arrivarono i simboli come il Wall Trade Center e il Buddha Bamiyan abbattuti entrambi nel 2001 (siamo a New York).

Mentre, i luoghi più suggestivi sono “sotto il tavolo del nonno”
“il nascondiglio preferito”. Ma anche un “Mondo senza plastica”.

Qual è la categoria di luogo più richiesta?

I Parchi divertimenti.
Fa riflettere come la nostalgia sia legata al piacere perduto.

Tra i 250 luoghi dipinti ci sono solo 2 luoghi italiani:

Il teatro La Fenice prima del rogo del 1996 e il Santuario di Santa Lucia prima della demolizione per far spazio al progresso (oggi c’è la stazione dei treni) ed entrambi sono a Venezia.  

Ma ora lo sapete potete rimediare scrivendo a Ellen.

Oppure, parafrasando Picasso potremmo copiare o rubare l’opera di Ellen e realizzare i luoghi perduti d’Italia, magari intitolando il progetto:

L’Italia che non c’è!


Chardonnay Didacus

Questo vino rappresenta il cuore e l’essenza dell’azienda Planeta, la punta di diamante non solo in termini qualitativi e di ricerca costante, ma soprattutto dal punto di vista sentimentale.

Simboleggia la storia e la famiglia, senza rimanere ancorati al passato, ma con uno sguardo al futuro.

Era proprio Diego Planeta il promotore della ricerca del nuovo, ma sempre con un piede legato alle radici della viticoltura siciliana.

Le sperimentazioni con il vitigno internazionale Chardonnay iniziarono nel 1985 e nel 1989 diventarono realtà e aprirono le porte del successo a questo vitigno che in Sicilia riesce a esprimersi in maniera superba.

Un bianco ricco, caldo, la cui intensità olfattiva e gustativa è accompagnata dalla ricchezza dei significati profondi e in un certo senso nostalgici che porta con sé.

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