Anish Kapoor, non ha affinità con le linee rette, quanto con le forme organiche. Così come il vignaiolo norvegese Bibi Graetz che in toscana crea vini “sensuali”.


Dirty corner (2011) Esposizione alla Fabbrica del Vapore, Milano (2011)

Il caro Nietzsche diceva che la formula della sua felicità era: un punto, una linea retta e una meta.

L’artista di oggi, l’indiano Anish Kapoor, non ha affinità con le linee rette, quanto con le forme organiche. Così come il vignaiolo norvegese Bibi Graetz che in toscana crea vini “sensuali” da più di 20 anni. 

Ma entrambi sono arrivati alla meta.

Anish Kapoor è un artista indiano, di 68 anni, nato a Bombay da madre ebrea irachena e padre indiano.

Come Gandhi, Anish a 18 anni si è trasferito a Londra, ma non a studiare legge, bensì arte.  

A Londra ci vive ancora oggi e in 50 anni ha costruito una delle più brillanti carriere artistiche. Ha vinto premi e onorificenze – lo chiamano Sir – è ritenuto tra i più grandi artisti viventi. 

Nel 2012 per le Olimpiadi di Londra ha creato Orbit una scultura/architettura alta 115 metri raccogliendo 19 milioni di sterline per la realizzazione.   

Probabilmente in futuro lo vedremo più spesso tra le calle di Venezia, dove si è regalato il settecentesco Palazzo Manfrin. Un luogo che ospiterà la sua fondazione e diverse sue opere, visitabile fino al 9 ottobre 2022.   

Anish, in un’intervista sul Corriere della Sera ha dichiarato:

“Palazzo Manfrin non so esattamente che cosa diventerà. spero ci sia una interazione con l’università. Certamente è anche una follia. Adoro Venezia, la amo per quel suo lato maternamente oscuro, per queste sue acque.”

Non preoccupiamoci, sarà una follia realizzata da un uomo intelligente e consapevole che “l’interno è sempre più grande dell’esterno.”

Dirty corner (2011) Esposizione alla Fabbrica del Vapore, Milano (2011)

Dirty corner è l’opera più rappresentativa di questo paradosso.

Una struttura a forma di calla adagiata per terra, che ti invita a entrare e percorrerla. Quei 65 metri sono un’esperienza fisica e mentale.

Luce e buio sono i due elementi che trasformano la percezione di quello spazio.
Il riferimento alla nascita è forte. 

“Le donne incinte sono molto potenti. A me piacerebbe essere gravido.
Credo sia uno stato fondamentale”

Con queste parole Anish racconta molto di sè e, quindi, delle sue opere.
Sculture che quasi sempre hanno riferimenti sessuali, fisici, organici.

La sua eredità culturale, un mix di induismo/ebraismo, alterna i suoi momenti di estrema fisicità organica (le tele di silicone e cera con pigmenti rossi che ricordano le viscere) a momenti di minimalismo spirituale (cerchi neri di cui non percepisci la forma né profondità).

Un artista che ha raggiunto sicuramente la sua meta, forse, attraverso un labirinto a forma di linea retta.


Soffocone di Vincigliata

Bibi Graetz è un estroso artista-vignaiolo norvegese-toscano che ha fatto molto parlare di sé con i suoi vini.

Il tema della sessualità a libera interpretazione dello spettatore è sempre stato un topic delle sculture di Anish Kapoor.

Allo stesso modo la oramai celebre etichetta di Bibi Graetz, il Soffocone di Vincigliata, nome di facile comprensione anche per chi non mastica il dialetto fiorentino.

Ma l’importante in fin dei conti è il contenuto: di fatto un Chianti, ma con una marcia in più. Frutti di bosco, cuoio, selvaggina, note terrose e liquirizia. Gusto morbido e avvolgente.

Le opere di Kapoor coinvolgono lo spettatore a 360°, così come i vini di Bibi Graetz sono in grado di meravigliare e stupire il bevitore per la loro estrema – e a tratti folle – espressività.

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