Francesco Hayez, ai primi moti rivoluzionari contribuì dipingendo simboli di un’Italia libera, impavida e romantica. Il Barolo di Borgogno è stato il vino del pranzo celebrativo dell’Unità d’Italia.


Bacio (1859) Pinacoteca di Brera, Milano

Una mattina nei pressi della Pasticceria Cova a Milano tre ragazzi intimarono a due militari di spegnere i loro sigari.

Era in vigore lo sciopero del fumo. Tutti i cittadini Milanesi aderivano.

Lo scopo era colpire le entrate erariali provenienti dalla tassa sul tabacco.

Era il 1848 e la protesta nasceva dal desiderio di liberarsi da un oppressore straniero. Seguirono le 5 giornate di Milano, le guerre d’indipendenza e poi l’unità d’Italia.

Francesco Hayez, in quei giorni, aveva 57 anni e ai primi moti rivoluzionari contribuì dipingendo simboli di un’Italia libera, impavida e romantica.

L’abbinamento va con il vino che ha accompagnato il pranzo celebrativo per l’Unità d’Italia. Un Barolo.

Francesco era un pittore romantico, nato a Venezia si può dire fosse predestinato. Dallo stile neoclassico che gli insegnò Antonio Canova, maturò e si distinse, nello spirito del suo tempo, come esponente del Romanticismo. 

L’opera più celebre di Francesco la ritroviamo riprodotta negli incarti dei baci/cioccolatino, nel film Senso di Luchino Visconti, fino ai contemporanei stencil di TvBoy: è il Bacio

Andare alla Pinacoteca di Brera per degustare una delle tre versioni del Bacio (quella del 1859) è una delle migliori esperienze estetiche che la pittura possa offrire.

Soffermatevi sulla veste azzurra della donna.

Quel pregiato tessuto ha stupito artisti come Carrà che da buon futurista la soprannominò “Giulietta di latta”. Mentre l’irriverente Picasso, come un certo Tommaso, incredulo dovette toccare la tela per convincersi che fosse dipinta.

Ma se nella veste l’autore ha cercato la lode, nella dolce sensualità del bacio ha messo l’anima che l’ha reso, di fatto, l’icona del romanticismo italiano.

La meditazione (1851) Galleria d’Arte moderna, Verona

Tuttavia, il dipinto più misterioso e seducente è La meditazione del 1851.

Misterioso perché portava un messaggio sovversivo di libertà in una Milano controllata dagli austriaci. Francesco si ispirò al dipinto di DelacroixLa libertà che guida il popolo raffigurando anche lui una donna a seno scoperto: la donna rappresenta la patria; il seno scoperto la libertà. Una simbologia non più valida oggi.

E poi, ancora mistero, nel libro sgualcito della Storia d’Italia; nella croce ferrea che riporta le date delle 5 giornate di Milano. La sedia di cuoio borchiato che ricorda le inquisizioni. 

Seducente nel viso in ombra con lo sguardo di sfida. Nello sfondo blu con decori dorati che fa risaltare il bianco della vesta e del seno in un luogo di austero prestigio. 

Il significato di questo dipinto, che avrebbe dovuto intitolarsi  L’Italia nel 1848 e che per la censura austriaca venne mutato in La Meditazione, è l’incarnazione della patria bella e perduta. Invocata dall’amico Giuseppe Verdi nel coro del Nabucco.  

E questa idea di patria e libertà oggi è ritornata attuale.


Borgogno Barolo Riserva

Camillo Benso Conte di Cavour oltre ad essere l’indiscusso protagonista dell’Unità e fautore dell’indipendenza italiana, è anche stato un attore fondamentale per la nascita del Barolo, il Vino dei Re, il Re dei vini.

Siamo intorno al 1844 ed è proprio grazie a lui e alla Marchesa Falletti che il Barolo arrivò alla corte di Re Carlo Alberto di Savoia e poi a Napoleone, consacrandone la qualità e il suo successo.

Così come Hayez rappresenta con la sua opera l’orgoglio italiano, allo stesso modo il Barolo rappresenta nel mondo il vertice qualitativo dell’enologia del nostro Paese. Non a caso il Barolo di Borgogno, azienda storica fondata nel 1761, è stato il suggello durante il pranzo celebrativo per l’Unità d’Italia nel 1861. 

Il Barolo Riserva, il più autentico dei loro vini, è ricavato dalle uve migliori dei vigneti Cannubi, Liste e Fossati e rappresenta appieno la tradizione, l’eleganza, la nobiltà e la classicità del Barolo nella sua massima espressione.

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