Johanna Bonger salvò i dipinti di Vincent Van Gogh dall’oblio, in particolare i dipinti dei girasoli e li abbineremo a un Verdicchio dei Castelli di Jesi.


Johanna van Gogh-Bonger con il piccolo Vincent Willem van Gogh (1890), Van Gogh Museum – Amsterdam

Avete mai regalato un mazzo di girasoli? Forse no, perché rispetto alle romantiche rose o ai nobili gigli, i girasoli appassiscono presto e profumano poco.

Ma per Vincent Van Gogh i girasoli erano il miglior modo per esprimere la propria gioia e accogliere la persona più attesa e desiderata nell’agosto del 1888.

Vi racconterò la storia del dipinto “14 girasoli in vaso” abbinandolo a un vino che ricorda l’estate: un Verdicchio dei castelli di Jesi. E partiremo da Johanna Bonger, la persona che salvò i dipinti di Vincent dall’oblio. 

Johanna, chiamata Jo dagli amici, era la moglie di Theo Van Gogh, il fratello minore di Vincent, un mercante d’Arte, come lo fu Vincent prima dei 27 anni.

Jo, appena maggiorenne, si ritrovò vedova: Theo morì di malattia sei mesi dopo il suicidio di Vincent.

La giovane Jo non aveva un buon rapporto con Vincent. Entrambi si vedevano come antagonisti e contendenti delle attenzioni e generosità di Theo. Per lei il rapporto tra i due fratelli era insostenibile economicamente (Vincent era mantenuto dal fratello) soprattutto dopo la nascita del figlio: chiamato, ironia della sorte, Vincent.

Così nei tre anni successivi alla scomparsa del marito, Jo ignorò i 300 e più dipinti di Vincent accatastati in ogni angolo della casa.

Un comportamento dettato forse dal risentimento e sicuramente dalle necessità quotidiane di crescere un figlio da sola.

Girasoli (1889), Van Gogh Museum – Amsterdam

Ma i bambini a tre anni cominciano a fare domande e Jo per dare una risposta alle più dolorose: dov’è Papà? Cosa faceva Papà? Riprese in mano le lettere scritte dai due fratelli, scoprendovi la bellezza del sentimento che li univa. Meravigliandosi delle acute osservazioni di Vincent sull’Arte.
    
Jo riordinò tutte le lettere per pubblicarle in un libro per il figlio prima e, per il resto del Mondo, poi. 

Iniziò a incorniciare i quadri di Vincent per presentali alle gallerie, ai collezionisti ma si scontrò con “la selva dei no” che aveva inghiottito anche Theo.

Per diversi motivi, la perseveranza è una caratteristica che premia sempre, ma coltiviamo poco. 

Jo era un’eccezione, non era una persona comune, 
con tenacia riuscì a trovare una collezionista che divenne la maggiore, ancora oggi, collezionista di Van Gogh: l’olandese Helene Kröller-Müller.

Insieme le due donne diedero inizio alla fama, postuma, di Van Gogh.

Ma tra tutti i quadri di Vincent quelli dei “girasoli” erano intoccabili: Jo non voleva cederli a nessuno, nemmeno alle richieste e lusinghe della National Gallery di Londra.

Perché erano così importanti i girasoli? Erano i preferiti del marito Theo?

Sicuramente lo erano per Vincent, e possiamo considerarli come il suo autoritratto simbolico.


Verdicchio dei Castelli di Jesi Classico Superiore La Staffa

Distese di girasoli a perdita d’occhio, colline dolci mai impervie e il mare che fa capolino all’orizzonte.

È il paesaggio delle Marche, una regione che spesso viene dimenticata, come dichiarava anche il marchigiano Giancarlo Liuti: “Non le conosce nessuno, a cominciare dai marchigiani. A Milano si crede che stiano ai confini dell’Africa, a Palermo le si immagina dalle parti della Svizzera”.

E il vino marchigiano non fa eccezione: tra i girasoli, l’Appennino e le colline che si affacciano sull’Adriatico. Riccardo Baldi, vede nella bevibilità una dote da risaltare: un vino quotidiano, accogliente, un porto sicuro per chi cerca una bevuta semplice, ma non scontata. 

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